Il primo caso di contagio accertato da Covid-19 viene fatto risalire tra la fine di novembre e i primi giorni di dicembre 2019. Sulla base delle informazioni fornite dalla comunità scientifica cinese il paziente “numero uno” sarebbe stato un 55enne della provincia di Wuhan, che ha quindi contratto l’infezione del nuovo coronavirus.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) ha datato l’inizio di quella che ora è riconosciuta come una pandemia, allo scorso 8 dicembre, giorno del primo ricovero all’ospedale di Wuhan di un paziente infetto. L’11 marzo l’Oms quindi annuncia che, poiché sono stati registrati più di 118mila casi di Covid-19 in 114 paesi, e oltre 4000 persone hanno perso la vita, si è passati da un’epidemia a una pandemia. Da lì, tutta l’Italia sarà dichiarata zona protetta: nella serata del 9 marzo il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte annuncia che le misure per evitare la diffusione del nuovo coronavirus imposte la notte del 7 marzo 2020 in Lombardia e in altre 14 province del nord Italia, sono estese al resto del paese. Le restrizioni riguarderanno la chiusura della maggior parte degli esercizi commerciali, bar, ristoranti, parrucchieri, centri estetici, oltre alla precedente chiusura di scuole e università e comunque alle limitazioni per gli spostamenti su tutto il territorio nazionale e di assembramento per i singoli cittadini.

Nel frattempo nel nostro Paese continueranno a restare aperti tutti i supermercati, tutti i negozi di genere alimentari e di generi di prima necessità, le farmacie e le parafarmacie e saranno assicurati i trasporti pubblici. Questa sarà definita l’Italia che va avanti, insieme a tutto il personale medico impegnato per combattere questa nuova pandemia.